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L’Europa incredibile, l’Europa impossibile

Per molti la UE, (l’Unione Europea) è solo un carrozzone sgangherato buono solo a fare burocrazia e dilapidare i soldi dei contribuenti; per altri invece è l’unica “soluzione” per lo sviluppo e il progresso dei nobili e antichi popoli d’Europa. La pensa del resto così anche il 52% dei britannici che hanno recentemente votato la Brexit. Va detta che sulla loro scia gli euroscettici sono in aumento.
Chi ha ragione? Come stanno davvero le cose? Questa Unione è cosa buona e giusta, o è cosa marcia da buttare via?
Posta con questi estremi (forse) non se ne esce fuori, tuttavia che la UE sia un apparato burocratico e che costi davvero tanti soldi è un scienziati.jpgfatto ineccepibile; che poi i Paesi Europei, Italia in primis, hanno bisogno dell’Europa per crescere ed evolversi, è altrettanto vero.

Stabilite queste verità andiamo ai paradossi che stanno minando la pur nobile idea dell’Europa Unita.
Non va certo bene che l’Europa, o se volete i soloni che ne compongono le commissioni, si debbano occupare di cose fuori dalla logica, e aggiungiamo anche dalla grazia di Dio.
Ad esempio, non è possibile che siano state pagate delle consulenze per stabilire quale deve essere lo standard europeo dei cetrioli. No, non stiamo scherzando. Anche se il cetriolo detto così infonde cattivi pensieri, una commissione di esperti ha scritto una relazione (poi ovviamente tradotta in 23 lingue) che stabilisce, senza ombra di dubbio, qual è l’esatta curvatura del cetriolo europeo. Parliamo di millimetri. Roba da matti.
E la giusta lunghezza delle banane allora? Qui la questione sarebbe di centimetri?
No, non c’è nulla da sorridere perché questa è l’Europa dei paradossi, dove i soldi dei contribuenti europei vengono anche spesi per stabilire la formula dello sciacquone perfetto, per il quale hanno redatto un rapporto di 60 pagine che ha richiesto due anni di studio, ma solo 90.000 euro di spesa. Così come hanno scritto un intero regolamento per appurare che il serbatoio dell’acqua calda, è quello che contiene acqua calda. Geniali! Oppure hanno riunito e pagato le migliori menti botaniche (scienziati) per determinare che la peluria del cavolfiore dev’essere libro-nn-vale-una-lira.jpg“leggerissima”. Bisogna dire che hanno avuto pelo sullo stomaco per farsi pagare per questa “cavolata”. Ma i soldi li hanno presi. Vero.
Se non ci credete andate a leggere il libro “Non vale una lira” (Euro, sprechi, follie: così l’Europa di affama) scritto dal giornalista Mario Giordano.
Va pure detto che la UE ha pagato decine di migliaia di euro la stesura dei disciplinari per la perfetta coltivazione dei funghi in serra e anche, udite-udite, su come si fa la pizza. “Ma mi faccia il piacere!” direbbe Totò, se andavano a Napoli, in quattro e quattro - otto, fra una Margherita e una Marinara, glielo scrivevano a gratis.
Comunque, battute a parte, il delirio dell’Europa incredibile, o se volete dell’Europa impossibile, continua. Ad esempio nel 2015 (ottobre) il Parlamento Europeo ha approvato le nuove regole per l’introduzione e la vendita di alimenti non “usuali” destinati alle nostre tavole dando il via libera ad un insieme di leggi con lo scopo di svecchiare la regolamentazione dei cosiddetti novel food che non si aggiornava da circa vent’anni.
Ma che roba è questo novel food? Rientrano sotto questa dicitura tutti quei prodotti alimentari che, prima del 15 maggio 1997, la data di adozione del vecchio regolamento, non venivano consumati in modo significativo all’interno dell’Unione Europea; di conseguenza qualsiasi cibo, ma anche tecnica di produzione o trattamento o tecnologia in campo alimentare. Ad esempio anche la pastorizzazione ad alta pressione dei succhi di frutta o ingredienti nanomateriali (additivi, aromi), che influisce su proprietà nutrizionali e che non era diffuso o conosciuto nel 1997, è da considerarsi novel food. Nel catalogo “novel” ritroviamo, anche, tutti quei prodotti o ingredienti costituiti a partire da microrganismi, funghi e alghe, prodotti che non sono di consumo abituale. Ma ora, attenzione: uno degli alimenti che entrerà a far parte dell’elenco dei novel food, è proprio quello più lontano dalla nostra concezione di buono e commestibile: gli insetti.
L’Unione Europea, o se volete i soloni e gli pseudo politicanti che compongono le mille commissioni strapagate,  sprecheranno il meglio della loro intelligenza (e noi dei nostri soldi) per verificare quali e in che modo le genti d’Europa mangeranno gli insetti. Perché sono convinti che noi mangeremo gli insetti. Questo perché alcuni studiosi, probabilmente molto influenti, sono d’accordo nell’affermare che, nell’anno 2050 lainsetti.jpg popolazione mondiale crescerà fino ad arrivare a 9 miliardi, e a questo aumento non corrisponderà uno sviluppo dell’agricoltura tale da poter sfamare tutti. Per questo l’Unione Europea ha stanziato un finanziamento di 3 milioni di euro per ogni Paese membro che incoraggi l’uso degli insetti in cucina. Detto fatto, visto che i soldi ci stanno anche la Fao (Food and Agriculture Organization) ha elaborato un documento che riguarda gli insetti edibili, in cui l’agenzia ne incoraggia il consumo, sia per combattere la carenza di cibo nel mondo sia per farne il nuovo nutrimento del pianeta.
Quindi ora non ci resta che essere pronti con le nuove e strabilianti ricette per pizza. Non sarebbe male una Pizza alle zanzare con una spruzzatina di Vape; oppure una pomodori e scarrafoni (tanti belli a mamma loro). Per i senza paura consigliamo una base bianca con crema di cavallette con qua e là qualche sugosa larvetta; per i grilli suggeriamo di metterli a mezza cottura: sapete che soddisfazione buttarli giù nello stomaco e poi sentire un cri-cri che sale nell’esofago?


01/08/2016

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